Amo il rugby perché non è solo uno sport, ma è una filosofia di vita.

Ogni gesto tecnico di questo sport, il sostegno, il passaggio, il placcaggio, solo per citarne alcuni, ci insegnano qualche cosa.

Valgono più di una lezione o di tanti buoni consigli, che poi non rimangono impressi nella memoria.

Non è un caso che il rugby sia praticato in tutte le scuole inglesi. Gli allenatori non sono solo dei tecnici, ma soprattutto degli educatori. Ti trasmettono principi che valgono per sempre e che vanno oltre l’insegnamento della pura tecnica sportiva.

CHE COSA MI HA INSEGNATO IL RUGBY

Che cosa ho imparato dal rugby? Innanzitutto, ho imparato a fare il gioco di squadra. Mi ha insegnato che insieme si vince. Ho imparato che la disciplina e il sacrificio sono alla base di ogni vittoria. Ho imparato che non si comincia mai una frase con la parola io. Viene prima di tutto il gruppo, la squadra.

Il rugby mi insegnato il rispetto degli altri.

Mi ha insegnato anche ad apprezzare il terzo tempo, importante nello sport, come nella vita. “Ci alleniamo tanto, giochiamo tanto, beviamo tanto”, questo è uno dei motti dello spogliatoio. E ancora, mi ha insegnato che il giocatore di rugby passa sempre la palla. Che la vittoria porta un trofeo, ma che non arriva senza il sudore e senza il sacrificio.

UN PARALLELO ANCHE CON L’ITALIA

Credo che la nostra economia sia paragonabile alla nostra nazionale italiana di rugby. Siamo nel 6 Nazioni e perdiamo sistematicamente con i Grandi di questo sport. Ma ancora non abbiamo capito che i nostri competitori, oggi, non sono loro. Non possiamo competere oggi con le superpotenze del pianeta. Hanno altri giocatori, hanno altre strutture, hanno mezzi che noi non possiamo eguagliare. Ecco perché dobbiamo accontentarci di giocare in un campionato minore. Quando avremo l’umiltà di capire che non possiamo ragionare più come facevamo 40 anni fa, inizieremo a risorgere.